Il 21 settembre è la giornata mondiale dell’Alzheimer, la malattia neurodegenerativa che comporta demenza e che va a intaccare la memoria e il comportamento. A causa della difficoltà di gestione del malato, nelle fasi più gravi, spesso si ricorre a strutture apposite che riescono a seguire le persone affette nella gestione quotidiana. Serenissima Ristorazione è presente nelle RSA (Residenza sanitaria assistenziale) con il servizio di mensa. Sebbene non vi sia una dieta appositamente dedicata, sono molte le piccole attenzioni che occorre seguire per aiutare il malato a non incorrere in conseguenze gravi.
La routine
La perdita di memoria potrebbe far sì che la persona affetta da Alzheimer si dimentichi di mangiare, di fare la spesa e di bere o che esageri, scordando di aver già pranzato. È per questo motivo che l’aiuto assistenziale diventa essenziale e che la routine diventa d’obbligo. Debilitazione, denutrizione, dimagrimento o obesità diventano conseguenze gravi dettate dal comportamento del malato. Mangiare insieme, in un pranzo conviviale, con un pasto equilibrato che abbia al suo interno il giusto apporto calorico, diventa quindi la soluzione per non incorrere in deficit di salute.
Serenissima Ristorazione propone menù settimanali bilanciati, che hanno al loro interno le corrette quantità di proteine, carboidrati e vitamine. All’interno di ogni struttura, ogni persona malata di Alzheimer può avere anche una dieta speciale, che tenga conto della salute fisica di ogni persona.
Le diete
Serenissima Ristorazione programma ogni menù settimanale in base alla salute della persona.
Le diete personalizzate
Mangiare in mensa non significa mangiare tutti la stessa cosa. Ogni persona inserita all’interno di una RSA e servita da Serenissima Ristorazione può infatti avere la dieta dedicata. Ciò riguarda non solamente coloro che soffrono, oltre di Alzheimer, di colesterolo, diabete o celiachia, ma anche coloro che tendono a mangiare troppo o, viceversa, poco. Diventa infatti fondamentale per ogni persona programmare il menù, con i referenti medici inseriti in ogni struttura, per ottenere un’alimentazione equilibrata che porti beneficio fisico.
La ricerca
L’Alzheimer non colpisce solo gli anziani, ma anche i giovani. La ricerca medica continua a fare passi in avanti per trovare la cura.
La dieta per la prevenzione
È stato pubblicato, su Neurology, uno studio effettuato da ricercatori della Columbia University, a New York. 1.219 newyorchesi, con più di 65 anni di età e senza problemi cognitivi, hanno compilato un questionario molto dettagliato sulle loro abitudini alimentari. Un anno e mezzo dopo sono stati sottoposti a un prelievo di sangue che ha misurato il livello della proteina beta-amiloide, associata ai problemi di memoria e alla malattia di Alzheimer.Il risultato ha mostrato come il consumo di omega 3 abbassi i tassi di proteina beta-amiloide nel sangue. Pasti a base d’insalata, pesce, frutta, carne di pollo e margarina sono gli alimenti ideali che sono stati evidenziati dallo studio, mostrando ancora una volta come la dieta mediterranea sia vincente.